Archivio mensile 7 Marzo 2022

DiMagnus

Tutti i cambiamenti della pasta

Il terribile conflitto in Ucraina e il blocco delle importazioni di grano dall’est hanno riproposto in maniera drammatica la necessità, per gli italiani, di rendersi indipendenti dalle farine straniere e hanno riportato in auge alcuni tentativi di declinare l’amatissima pasta in maniera diversa, usando ingredienti che normalmente non si sarebbero associati al mondo dei primi.

Le alternative al grano

Il grano saraceno, da moltissimi indicato come la vera alternativa al frumento, non è realmente una soluzione: anche questo prodotto arriva per lo più da Russia e Ucraina e la sua scarsità ha colpito soprattutto chi soffre di celiachia, visto che si tratta di un alimento naturalmente privo di glutine. Così anche per tutto quanto a base di avena, compresi molti alimenti per la prima colazione: lo importiamo quasi tutto dall’ex Unione Sovietica.

Per questo i consumatori si sono orientati verso altri tipi di grani, insieme ad annessi e connessi: quinoa, amaranto, mais – per lo più. A essere tornati in auge sono anche state preparazioni che hanno sempre usato la farina tradizionale in maniera marginale o affatto: allora ecco tornare sulle nostre tavole la pasta di lenticchie, di farro (gli antichi Romani saranno contenti!), di piselli ma anche di riso.

Questa al momento è quella che ha il maggiore successo commerciale, avendo trovato un pubblico disponibile in coloro che già comunemente mangiano noodles e tagliatelle di riso nei ristoranti che propongono cucina asiatica, e i negozi che la offrono in vendita, a un prezzo leggermente superiore a quello della pasta, sono sempre più numerosi. Se non si riesce ad acquistarla, si può sempre farla da zero: basta la farina di riso e dell’acqua, da lavorare fino a ottenere un panetto dal quale si taglieranno striscioline o quadrati (simili ai testaroli liguri, per intenderci) da far asciugare prima della cottura.

La proposta a stelle e strisce

Meno popolari, anche se ancora più salutari, sono due idee importate dal mondo nordamericano: gli spaghetti di zucchine o di zucca. In questo caso non si tratta di ingredienti impastati con acqua, ma letteralmente di zucche e zucchine fatti a striscioline con un apposito attrezzo e conditi con olio e sughi leggeri, per lo più vegani o crudisti. Sono alternative che non funzionano per gli stomaci più tradizionalisti ma che in qualche caso possono andare – sempre per lo stesso target di persone – a sostituire la più classica insalata, magari nella pausa pranzo.

DiMagnus

Celebrare la cucina italiana, vecchia e nuova

L’idea di questo sito è nata dall’osservazione di un menu: accanto alle ricette che tutti conosciamo e possiamo definire “della nonna”, ormai da diversi anni si affacciano idee di ristorazione più esotiche e contaminate, nel senso ovviamente dell’apertura ad altre culture e tradizioni. Anche gli scaffali dei nostri supermercati si vanno riempiendo di ingredienti “stravaganti”: l’insalata mizuna, la salsa di soya, la curcuma…

Ricordare la nostra storia

Per chi stesse già brontolando che le ricette italiane sono sacre e vanno tutelate a ogni costo, vogliamo rassicurarvi: non vogliamo inneggiare all’ananas sulla pizza o alla panna nella carbonara, ma vogliamo invitare a una riflessione su cosa sia davvero la cucina italiana.

Per esempio, gli antichi Romani hanno mangiato cose improbabili, dalle schiacciate di farro non lievitate al minutal, vale a dire la fricassea di pesce con testicoli di cappone (!).

Su quelle basi abbiamo costruito, anche eliminando del tutto certi ingredienti perché ci facevano orrore, delle ricette che ci hanno accompagnato per secoli, e che si sono trasformate nel rapporto con altre civiltà, da quella araba che ha introdotto in Sicilia il celebrato cous cous di pesce a quella celtica che ha insegnato al nord Italia ad arrostire la selvaggina.

La cucina italiana, insomma, non è solo italiana, ma il frutto di tutte le nostre dominazioni – quelle imposte così come quelle che abbiamo subito (anche lo spritz non è esattamente farina del nostro sacco!). E allora quello che vediamo succedere attorno a noi oggi, dalle corsie degli alimentari alle inaugurazioni dei ristoranti, fa parte a suo modo di questa stessa tradizione e si inserisce in un solco tracciato per la prima volta migliaia di anni fa: noi siamo qui per raccontarvelo, per motivarlo, ma anche e più semplicemente per invitarvi ad assaggiare. Senza avere paura delle novità!

Lo faremo con approfondimenti su piatti “nuovi” e interessanti tecniche da usare in cucina, con idee da saccheggiare per introdurre gusti inediti nella vostra dieta. Spiegheremo cosa acquistare, fra tanti ingredienti “strani”, per rimanere in salute e condivideremo con voi gli indirizzi dei luoghi dove si sperimenta con i migliori risultati. Il tutto senza muoverci dai nostri confini nazionali. Allora, siete pronti per questa rivoluzione?