Il terribile conflitto in Ucraina e il blocco delle importazioni di grano dall’est hanno riproposto in maniera drammatica la necessità, per gli italiani, di rendersi indipendenti dalle farine straniere e hanno riportato in auge alcuni tentativi di declinare l’amatissima pasta in maniera diversa, usando ingredienti che normalmente non si sarebbero associati al mondo dei primi.
Le alternative al grano
Il grano saraceno, da moltissimi indicato come la vera alternativa al frumento, non è realmente una soluzione: anche questo prodotto arriva per lo più da Russia e Ucraina e la sua scarsità ha colpito soprattutto chi soffre di celiachia, visto che si tratta di un alimento naturalmente privo di glutine. Così anche per tutto quanto a base di avena, compresi molti alimenti per la prima colazione: lo importiamo quasi tutto dall’ex Unione Sovietica.
Per questo i consumatori si sono orientati verso altri tipi di grani, insieme ad annessi e connessi: quinoa, amaranto, mais – per lo più. A essere tornati in auge sono anche state preparazioni che hanno sempre usato la farina tradizionale in maniera marginale o affatto: allora ecco tornare sulle nostre tavole la pasta di lenticchie, di farro (gli antichi Romani saranno contenti!), di piselli ma anche di riso.
Questa al momento è quella che ha il maggiore successo commerciale, avendo trovato un pubblico disponibile in coloro che già comunemente mangiano noodles e tagliatelle di riso nei ristoranti che propongono cucina asiatica, e i negozi che la offrono in vendita, a un prezzo leggermente superiore a quello della pasta, sono sempre più numerosi. Se non si riesce ad acquistarla, si può sempre farla da zero: basta la farina di riso e dell’acqua, da lavorare fino a ottenere un panetto dal quale si taglieranno striscioline o quadrati (simili ai testaroli liguri, per intenderci) da far asciugare prima della cottura.
La proposta a stelle e strisce
Meno popolari, anche se ancora più salutari, sono due idee importate dal mondo nordamericano: gli spaghetti di zucchine o di zucca. In questo caso non si tratta di ingredienti impastati con acqua, ma letteralmente di zucche e zucchine fatti a striscioline con un apposito attrezzo e conditi con olio e sughi leggeri, per lo più vegani o crudisti. Sono alternative che non funzionano per gli stomaci più tradizionalisti ma che in qualche caso possono andare – sempre per lo stesso target di persone – a sostituire la più classica insalata, magari nella pausa pranzo.